Ovvero resoconto a puntate del più pazzo dei miei viaggi accademici. Storia di un convegno sulle Montagne Rocciose canadesi e del successivo workshop-laboratorio (o come diavolo lo volete chiamare) in treno.
Da Turku a Banff e ritorno nel modo più insolito possibile.
Pubblicato rigorosamente in differita per ragioni tecniche.
Antefatto
Ci sono storie che non esistono [Maccio Capatonda]
Ci sono convegni che non sono convegni [MiKo]
Per coloro che non fossero di casa a convegni e conferenze, quel che succede di solito è che ci sono una serie di articoli sottoposti e revisionati, alcuni dei quali vengono accettati e presentati in una breve esposizione, intervallati da interventi più lunghi dei cosiddetti "invited speaker" e conditi spesso da una cena e un evento sociale di qualche tipo.
Non questo qui.
Qui ci sono solo partecipanti invitati e gli interventi sono volontari e non sottoposti a revisione. La ricetta: è mettere insieme un gruppo di matematici in un posto relativamente irraggiungibile, dotarli di caffè, birra, lavagne e carta a volontà, lasciar mantecare per qualche giorno e vedere cosa succede.
Data la naturale bizzarria dei matematici, metterli in un contesto sociale cameratesco e isolato al centro dell'Alberta può scatenare reazioni piuttosto imprevedibili.
Ma siccome alle stranezze non c'è mai fine, un gruppo ristretto di nove ha deciso di tornare a casa attraversando il Canada in treno in un miniworkshop improvvisato invece che prendendo l'aereo dal relativamente vicino aeroporto di Calgary.
E il vostro MiKo, naturalmente, si è aggregato con entusiasmo.
Nei prossimi post cercherò di raccontarvi questa curiosa esperienza compatibilmente con le difficoltà comunicative (sono al momento in un non meglio precisato punto nel mezzo dell'Ontario) e la mia memoria.
Stay tuned,
M
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